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Verdure e bambini, ma perché le detestano? Sappiate che non sono solo capricci. Per scegliere se un cibo va bene oppure no, i bambini si basano sui 5 sensi e, fin da neonati, olfatto e gusto sono sviluppatissimi e sensibilissimi.

Se è vero che il bambino tende a fidarsi di chi lo nutre, è ancor più vero che ha cieca fiducia nei suoi sensi primordiali. In più, se nel primo anno potete contare su l'innata curiosità per tutte le novità, con qualche mese in più dovrete scontrarvi con un’altra innata tendenza: il sospetto verso le cose non conosciute.

Diciamolo, le verdure a guardarle non sempre aiutano. Colori sgargianti e aspetto bizzarro non rendono le cose semplici. Anche con il tatto non va meglio: una verdura cotta è molliccia, quella cruda dura e fredda, e le fibre sono difficili da masticare. Passiamo all’odore: beh lo sappiamo tutti che la maggior parte delle verdure cotte non hanno un profumo sempre stimolante. Il gusto? Scacco matto: dal neutro ai sapori forti o amari. Insomma, non è semplice.

Dichiarato il proprio no alle verdure da piccoli, il negazionismo rimane una costante difficile da sradicare. L’esperienza personale con il cibo resta comunque la componente essenziale nella formazione del gusto, perché è proprio attraverso questa che si plasmano le abitudini alimentari. Quindi favorire già durante lo svezzamento l’esperienza gustativa di cibi diversi è considerato non solo il modo migliore per ridurre la diffidenza e il rifiuto, ma anche per incoraggiare a nuove conoscenze.

STRATEGIE VINCENTI

Proporla presto e spesso

Fin dallo svezzamento bisogna comunicare sensazioni piacevoli collegate al cibo. Gli esperti suggeriscono quindi di proporre frequentemente assaggi di piccole quantità di verdura, senza insistere, cercando di mantenere un atteggiamento positivo. Sarà necessario riproporre più volte lo stesso alimento senza scoraggiarsi: secondo i ricercatori occorrono infatti almeno 8-10 assaggi prima di ricevere un sì.

Educare al gusto

Se un cibo piace poco, è bene non abituare il bambino ad avere sempre un’alternativa, ma nello stesso tempo proporre in ogni pasto, oltre alla verdura, almeno un cibo sicuramente gradito; non obbligare a mangiare tutta un’intera porzione, ma presentare piccole quantità, di forme e colori diversi, mantenendo un clima disteso e puntando sulla stimolazione della curiosità.

Rendere la verdura protagonista

Il fatto che in un pasto la verdura sia spesso relegata alla sola funzione di contorno determina non sempre un atteggiamento vincente. Riportarla a un ruolo da protagonista, e pertanto proporla in modo diverso, la potrà rendere più visibile e accessibile. Un esempio? Sotto forma di zuppa come primo piatto, ripiena al forno come secondo piatto, ecc.

Stimolare la conoscenza attraverso esperienze dirette

La presenza costante di ortaggi e frutta nella dispensa, in cucina e nel menù giornaliero rappresenta uno dei fattori più determinanti per il consumo, soprattutto dai sei anni in poi. Gli addetti ai lavori insegnano che le esperienze che aumentano la confidenza con il cibo, come guardarlo, toccarlo, manipolarlo, accrescono il bagaglio culturale ed emozionale, utile a orientare le scelte.

Proporre la verdura a merenda

La verdura si presenta come un alimento dalla massima versatilità, inaspettatamente si può consumare anche a metà pomeriggio, con l’unica clausola di dedicare un po’ di tempo alla preparazione.

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